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giovedì 21 maggio 2015

MARCO SPIEZIA- “Live in flip-flops”, di Stefano Caviglia


MARCO SPIEZIA
“Live in flip-flops”

Ascoltando le varie tracce di questo lavoro, Live in flip-flops,  la prima sensazione che si coglie è quella di una grande freschezza, la voglia di raccontare in chiave ironica e disincantata i vari aspetti della vita di una persona, che calca la parte solida del globo e galleggia sulla sua parte liquida.
L’ottimismo di Marco non è figlio di una sciocca superficialità, tipica di certa musica degli anni ‘80, ma trae origine dall’osservazione del  mondo, delle persone che lo vivono come in “Dirty little secret”, dove l’autore racconta il tentativo di immaginare cosa si possa celare all’interno di ogni mente umana.
La positività di Marco Spiezia è facilmente riscontrabile in brani come “ Smile” e come “Sunday”, che può essere considerata la naturale continuazione del brano precedente.
La ricerca della felicità per Marco Spiezia corre parallelamente con la ricerca, spesso soddisfatta ed ottenuta, della semplicità.
Questa “esplorazione” può sembrare facile, ma il cammino può essere lungo e tortuoso.
I brani di questo lavoro scorrono e scivolano piacevolmente, tra ballate allegre che rimandano alla musica popolare, forse non solo della Cornovaglia, (ricordiamo le origini campane di Marco), esempi di Rock and roll, (“Sunday”), qualche intromissione nel reggae e nel Rock più deciso come in “Believer” e  molto altro.
I suoni sono molto naturali e piacevoli e le chitarre non sono infarcite di effetti particolari riverberi, distorsori wa-wa o altro, sembrano le tipiche chitarre del rock’n’roll degli anni ’50, forse semiacustiche o Telecaster (forse  la rock guitar per antonomasia), ma poco importa.
Importa e molto, ricordare gli ottimi compagni di viaggio di Marco: Michael Hatton, chitarre e voce, con il quale Marco collabora da molto tempo, Danilo Asturi, Gianfranco Clerici  basso e Luca Taumino batteria.
Ma soprattutto la voce chiara e limpida del’autore, che senza particolari “prestazioni atletico-vocali”, risulta sempre espressiva rispetto alle narrazioni proposte.
L’animale umano può essere capace di nutrirsi e di trarre soddisfazione da cose naturali e semplici, un sorriso , come già detto, un piatto cucinato da un amico “Cheese and beans” , una surfata, una canzone, ma spesso, l’umano, non contento di questo ed inconsapevole dell’equazione  felicità = semplicità,  è portato ad  incamminarsi per una pericolosissima china, ossia  il sovradimensionamento del proprio “ego”.
Il pezzo che tratta di questo tema si intitola, appunto “Egos”.
Chi cade in questo tranello, rischia di vivere avvitandosi su se stesso, vivendo, nutrendosi solo del proprio mondo e di ciò che  offre, allontanandosi dalla realtà che è quella che sta anche fuori, nel mondo che scorre . “Panta rei”.
Non manca un riferimento alla condizione delle persone rispetto al grande mistero della grande finanza internazionale.
Ne tratta sempre con tono disincantato, ma non manca di raccontarci con cognizione di causa di come tutti noi siamo prigionieri, siamo vittime di un grande inganno.
Il messaggio può essere sintetizzato cosi, molto semplicemente “ Ci vogliono togliere la Libertà , con un enorme inganno ! “
Apple tree”, albero di mele , (forse la scelta di “apple”  non è casuale), è la dimostrazione della capacità e della volontà di guardare fuori da noi stessi, cercare di conoscere di affrontare nel breve minutaggio di una canzone un argomento così importante come il debito ed in generale della situazione del nostro mondo.
Dal punto di vista musicale non si discosta molto dallo stile allegro e apparentemente scanzonato, si apprezza una bella chitarra acustica che da inizio alla canzone.
Il brano di chiusura è “Let it come to me”, e merita, forse una citazione particolare.
E’ forse il brano più introspettivo  di tutto il lavoro, lo stato d’animo dell’autore, è lo stesso stato d’animo che può regalare inconsapevolmente una terra molto particolare come la Gran Bretagna del nord.
Qui Marco si lascia avvolgere dall’atmosfera dei luoghi e dal tempo non proprio clemente e forse nel suo riflettere sull’ineluttabilità del tempo meteorologico, allo stesso tempo, forse si rende conto dell’ineluttabilità che spesso condisce le vicende umane.
Capire queste cose, metterle in musica, in maniera semplice anche se faticosa, può regalarti un istante o tanti istanti di felicità concatenati uno all’altro.
Semplicità, felicità … si ha l’impressione che Marco sia alla ricerca della sua Libertà.
Il tutto come chiosa finale e per quadrare il cerchio.





Tracklist
Smile
2. Sunday
3. Life in flip-flops
4. Egos
5. It’s ok
6. Dirty little secret
7. Believer
8. Scaramouche
9. Summer gypsy skirt
10. Coffee skin
11. Apple tree
12. Cheese & beans
13. Let it come to me

CREDITS:
Registrato presso Sawmills Studio – Golant, Cornwall (UK);
mixato da Nicolò Fragile, Gianfranco Clerici e Marco Spiezia;
masterizzato da Daniele Isola e Gianfranco Clerici presso Screenplay – Milano
Marco Spiezia – voce, chitarra
Michael Hatton – chitarra
Danilo Asturi, Gianfranco Clerici – basso
Luca Taurmino – batteria
Musica e testi: Marco Spiezia
Prodotto da Gianfranco Clerici/Screenplay, Dario Villa/AccorgiteneTM e Marco Spiezia


Biografia
Nato in penisola sorrentina (NA) e poi scaraventato negli UK in giovane età, Marco Spiezia è un cantautore cresciuto a pasta, salsa e surf britannico. La passione del padre per la chitarra e le melodie di colossi come B.B. King, Jimi Hendrix e Lucio Battisti hanno accompagnato i suoi primi passi e tutta l’infanzia. Il sound che ne è derivato è un folk rock, spensierato e danzereccio che fa propri il swing, il charleston, il rock’n’roll e un pizzico di ska, creando canzoni allegre e di immediata presa. Il progetto musicale di Marco Spiezia nasce a St. Keverne nel 2008. Nel 2009 inizia la collaborazione con il chitarrista Michael Hatton e segue il successo nei locali delle spiagge Cornovagliesi e festival internazionali come Relentless Boardmasters. Nel 2010 Marco torna alle sue origini nella penisola Sorrentina, aggiunge vari musicisti al progetto e nel dicembre del 2011 esce l’EP “Smile”, registrato negli Sawmills Studio, Cornovaglia (UK), che ha ospitato le registrazioni di band inglesi di altissimo livello, tra gli altri The Kooks, Oasis e Muse. L'anno successivo tornerà nello stesso studio per registrare il suo primo album, "Life in Flip-Flops".



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