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giovedì 31 ottobre 2013

Federico Pagano racconta la musica dei Bud Spencer Blues Explosion


La sfortunata due giorni musicale in Val Curone allestita nell’estate 2012, mi ha permesso di conoscere un diciottenne che mi ha colpito immediatamente per la sua altezza fuori dal comune… sarà forse due metri Federico Pagano? Chiacchierando con lui scoprii che avrebbe passato la notte facendo la guardia alle attrezzature, copiose all’interno del campo di calcio. Ma scoprii anche una passione smisurata per una musica lontana anni luce dalla sua età, e la competenza e la conoscenza dimostrata si rivelarono davvero fuori dal comune. Siamo rimasti in contatto e ora Federico ha deciso di aiutarci nel nostro lavoro di informazione musicale, e speriamo che sia questo il primo di tanti articoli.


I Bud Spencer Blues Explosion sono un gruppo di Roma composto unicamente da due persone. Si tratta di Adriano Viterbini alla chitarra e alla voce e Cesare Petulicchio alla batteria. Il numero dei musicisti, che per chi non ha mai avuto occasione di ascoltare i BSBE potrebbe sembrare esiguo, è invece ampiamente sufficiente a garantire un’esuberanza musicale e una carica difficilmente ritrovabili altrove. Il blues cantato in italiano, chi l’avrebbe mai creduto possibile? E invece eccoci ad ascoltare tra i brani della talentuosa band romana dei testi talvolta oscuri e visionari, ma quasi completamente in italiano. I suoni classici del blues caratterizzati dal tipico strisciare dello slide su di una chitarra acustica (usata spesso e volentieri), vengono sapientemente miscelati alla potenza di una chitarra elettrica sgarbatamente distorta, accoppiata ad una batteria che picchia, anzi martella… sapendo rendere la giusta potenza in alcuni brani e vaporose atmosfere psichedeliche in altri. Gli scettici potrebbero asserire che la bravura del gruppo è dovuta agli artifici elettronici che il lavoro in studio permette di eseguire sui pezzi. In effetti sono presenti sovraincisioni che sono inevitabili, a meno che il chitarrista non possegga il dono dell’ubiquità (chitarra acustica ed elettrica contemporaneamente). Detto questo, gli scettici sopra citati, sbaglierebbero e anche di molto! Se i Bud Spencer Blues Explosion sono bravi in studio, dal vivo diventano qualcosa di micidiale, una vera e propria macchina da palco. I pezzi, opportunamente riarrangiati, vengono eseguiti con una grinta ed un’intensità fenomenali. Il repertorio prevede chiaramente i loro brani, affiancati anche da cover di riguardo, da Alex Britti a Jimi Hendrix, il tutto rivisto in stile BSBE…
Ma andiamo con ordine; Il primo EP dei Bud, Happy, esce nel 2007 e comprende pezzi tecnicamente molto semplici e dai testi spensierati: “ … dicono che fare lavori pesanti sia molto più blues/ a me piace il grunge/ blues di merda...”. Questo lavoro, da ascoltare se non altro per curiosità, sicuramente non rende giustizia a quello che verrà dopo, però già delinea i tratti di un gruppo non certo commerciale, che tenta di approdare a qualcosa di diverso. Il primo album vero e proprio esce nel 2009 ed è intitolato semplicemente Bud Spencer Blues Explosion. Estrarre il cd dalla rossa copertina, inserirlo nel lettore e avviare la riproduzione può essere estremamente pericoloso. La prima traccia è l'esplosiva Mi sento come se che ha il potere di spezzare il fiato a qualunque ascoltatore. Il riff è di memoria leggermente zeppeliniana (vedi Celebration Day), ma la potenza di questi ragazzi è qualcosa di inaudito. Cesare alla batteria tiene una ritmica da cardiopalma mentre Adriano consuma il suo slide sulle corde di una chitarra incalzante e violentemente distorta. Un'esperienza da brividi. Frigido è il secondo brano e, per quanto buono, l'arrangiamento in studio non trasmette che una minima parte della grinta e del piglio duro che questo pezzo assume dal vivo. Da segnalare in questo disco anche diverse cover: Hey boy hey girl dei Chemical Brothers, che viene riarrangiata per chitarra e batteria con lievi tracce di synth e campionatore ed ha un'indubbia resa psichedelica. Esci piano di Alex Britti risente di quel tocco che i Bud riescono a imprimere nella scelta dei suoni a riprova della capacità di questi ragazzi di essersi trovati autonomamente una sonorità nuova, pur partendo da solide basi (il Blues, il Grunge, il Metal se vogliamo). Ancora da segnalare è l'inserimento nel finale del disco l'interpretazione live di Fanno meglio e di Hey boy hey girl (tratte dal Concerto del Primo Maggio del 2009). La cosa notevole è la versione di Fanno meglio suonata sul palco di Piazza San Giovanni; il testo infatti è fedele all'originale dello studio ma... la musica è completamente diversa! Questo solo pezzo live già lascia intravedere la capacità dei Bud Spencer Blues Explosion di portare sul palco una capacità tecnica e una grinta veramente notevoli. Inoltre, cosa rarissima in questi anni di talent show e radio commerciali, è di nuovo la “musica suonata” a prevalere. Per stessa dichiarazione del gruppo, la voce è solo un accompagnamento alla chitarra e alla batteria. Lo dimostra la grande variabilità dei testi, che dal vivo vengono sempre modificati e spesso mescolati alle parole della tradizione blues. Nel 2011 è il turno di Fuoco Lento Live. Si tratta di un cd dal vivo registrato al Circolo degli Artisti di Roma. Ad aprire il concerto l'introduzione Fuoco Lento, appunto; seguono una serie di cover, definibili tali se non altro per quanto riguarda i testi. Analizziamo l'introduzione, che ben ci mostra la sonorità live di questo duo. Una soffusa chitarra in slide accenna lunghe note distorte che si diffondono tra le sfumature dei piatti della batteria. Di sottofondo, appena accennato, un suono di synth che riprende la tonalità dell'improvvisazione. Parte coi tamburi un ritmo lento sul quale la chitarra prende sempre più corpo, sempre con lo slide in mano. La batteria sale con la chitarra al seguito, la melodia sfocia in un efficace arpeggio a due dita che viene inseguito dal rullante. Finale in slide. Tra le cover spicca sicuramente Hommage a Violette Nozieres, celeberrimo pezzo degli Area, di cui viene sfruttato il testo, ma sulla stessa partitura strumentale che aveva accompagnato Fanno meglio durante il concerto del Primo Maggio. Impressionante anche la violentissima versione di Voodoo child (Jimi Hendrix) che riprende la versione originale con distorsioni ben più calcate e poi prosegue con una parte completamente diversa di improvvisazione. Secondo disco in studio della band è Do It, acronimo di Dio Odia I Tristi. Questa volta l'inizio non è così dirompente come nel disco precedente, ma è solo un'illusione. La prima traccia si chiama Slide e consiste appunto in pochi semplici passaggi di slide che preludono l'esuberante Più del minimo. Più del minimo è un susseguirsi di “situazioni strumentali” affascinanti, di un'energia e di una carica fuori dal comune. Ascoltare per credere. Notevole è anche Giocattoli che parte con una chitarra acustica ripresa dall'elettrica; elettrica che poi saltella sulle pentatoniche del Blues con un sonorità che ben più si addice al metallo pesante. L'album è incantevole dall'inizio alla fine e va ascoltato nella sua completezza. Segnaliamo ancora la tradizionale Jesus on the Mainline che dimostra l'abilità di Adriano anche alla chitarra acustica. Ultima opera in ordine cronologico del gruppo è Do It Yourself. Si tratta di un dvd registrato allo Studio Nero di Roma. Con i Bud che suonano in studio è presente un variegato pubblico che assiste all'esibizione. La scaletta vede diversi pezzi tratti dai due album precedenti, eseguiti con arrangiamenti mozzafiato. Sorprendente poi è il brano di apertura, Special Rider Blues. Un riff si ripete ciclico iniziando adagio, con la chitarra pulita. Un leggero eco soffuso sottolinea l'intensità sonora dell'inizio. Pian piano il riff prende corpo, e la batteria accompagna le evoluzioni del tema. Arrivati al culmine si accende una distorsione carica di adrenalina e porta il pezzo verso la conclusione. Dopo un nuovo affievolimento, chitarra pulita, a sfumare verso il silenzio. Belli anche gli altri pezzi tra i quali si distingue Frigido, per la cattiveria e la potenza che trasuda tra i suoi stacchi. Nel 2013 Adriano si è dedicato ad un progetto solista, facendo uscire un bel disco di blues minimale acustico. L'album, che si chiama Goldfoil, è una vera e propria perla, per gli amanti del suono acustico. Siamo in attesa del nuovo lavoro di questo duo esplosivo che dovrebbe uscire nei primi mesi del 2014. Per l'intanto godiamoci questo video di una loro esibizione live con ospite Roberta Sammarelli al basso.

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